La storia - Lions Clubs Castelfranco e Nonantola

Castelfranco Emilia e Nonantola
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Cenni Storici di Nonantola

Le prime tracce di presenza umana nel territorio che oggi ingloba Nonantola ci riportano addirittura all'età del bronzo ai tempi della civiltà delle terramare; proprie queste terre furono però invase da alcuni corsi d'acqua che resero necessaria una successiva bonifica.

La storia che riusciamo a ricostruire ci narra che Nonantola subì l'influenza del popolo romano e ne è testimone la colonia di novantadue centurie che qui è stata fondata e che fu abbandonata poco dopo le invasioni attuate dai barbari; Nonantola si riprese all'arrivo del Duca del Friuli a cui si deve l'Abbazia.

Il patrimonio di cui godeva il paese e i suoi possedimenti lo resero facilmente oggetto di mire nemiche a cui si dovette rimediare con la costruzione da parte degli abitanti stessi di mura di difesa; nonostante ciò, i Modenesi e i Bolognesi riuscirono a impossessarsi di Nonantola provvedendo alla decadenza del monastero.

Gli ordini religiosi vennero soppressi qualche secolo più tardi, negli anni della Rivoluzione Francese; in seguito alle guerre, dopo periodi di stento ma di grande aiuto per i popoli oggetto di sterminio, Nonantola è riuscita a riprendersi totalmente divenendo un importante centro agricolo che è comunque riuscito a sviluppare la propria economia.

Ma per tutti qusti secoli l'unico vero punto di riferimento per Nonantola fu l'Abbazia.
L'Abbazia di Nonantola

Un tempo le abbazie avevano una funzione centrale riguardo le attività produttive e culturali delle città, dividendosene il controllo; a Nonantola l'Abbazia di San Silvestro è senza dubbio una delle glorie principali: le sue origini per quanto confuse vanno attribuite al Duca del Friuli Anselmo il quale la fondò nell'ottavo secolo per sfuggire dalla vita di corte e dedicarsi alla meditazione.

Sul finire del nono secolo l'Abbazia fu purtroppo distrutta dagli Ungari ma venne ricostruita su forme romaniche, ottenendo una discreta potenza e ricchezza. Dal sedicesimo fino al diciottesimo secolo questo luogo sacro passò nelle mani dei cistercensi.

Dell'edificio originario rimangono ora solamente la Chiesa di San Silvestro (nel cui lato destro appare un loggiato quattrocentesco) e l'edificio del vecchio monastero. La facciata ci mostra sopra il portone centrale una serie di rilievi di Wiligelmo così come apparivano in passato mentre il resto della facciata è il frutto di lavori successivi.

L'interno della Chiesa è a tre navate affiancate da pilastri: la particolarità della navata destra è quella di portarci direttamente nella zona dedicata al presbiterio con l'altare maggiore e l'arca di San Silvestro. Gli interni della Chiesa, sopravvissuti per buona parte ai crolli scaturiti dal terremoto del dodicesimo secolo, vanno tutti osservati da vicino perchè davvero interessanti.

L'edificio che affianca la Chiesa dispone di una tela del Carracci e di una discreta collezione di arredi e di opere di arte sacra.
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